Il tocco di Mida by Don Joe

Il tocco di Mida by Don Joe

autore:Don Joe, [Don Joe,]
La lingua: ita
Format: epub
editore: MONDADORI ELECTA
pubblicato: 2019-11-19T16:00:00+00:00


VIII

Eravamo nel bel mezzo del tour di Vile Denaro, il primo che affrontavamo dopo avere ottenuto un successo globale. Finalmente avevamo abbandonato l’attitudine rock’n’roll e viaggiavamo un po’ più comodi: niente più macchinate organizzate alla buona o soste a dormire in autogrill per riprenderci dalla serata. Avere gli hotel prenotati, il tour manager e le tappe pianificate in anticipo, però, non rendeva le cose molto più riposanti, perché di fatto avevamo praticamente una data al giorno: un ritmo che sarebbe stato massacrante per chiunque.

Una sera avevamo suonato in Sardegna: il concerto era andato bene, ma dopo il live cominciai a sentirmi male. Non riuscivo a identificare esattamente i miei sintomi, ma mi sentivo come se fossi finito sotto un tir. Lì per lì non mi preoccupai, perché non sembrava niente di grave: tra alcol, droghe e casino le nostre serate erano sempre parecchio impegnative, perciò, finché non crollavo letteralmente a terra, non davo troppo peso ai segnali che il mio corpo mi lanciava. Pensai semplicemente di aver esagerato un po’ con i festeggiamenti e tornai in hotel, ma la notte non chiusi occhio. La mattina dopo avevamo il volo di ritorno per Milano, e in aereo la situazione peggiorò ulteriormente: mi sentivo di merda, senza un’apparente motivazione.

Arrivai a casa stremato e chiamai i miei genitori per avvertirli che ero rientrato in città, ma che non stavo troppo bene. Mio padre, che ha lavorato trentacinque anni in ospedale e a furia di frequentare le corsie ne ha sentite di tutti i colori, cominciò a farmi domande per capire cosa avessi esattamente. A un certo punto disse qualcosa che mi cambiò la vita per sempre: “Credo sia meglio che tu vada in pronto soccorso, perché è possibile che tu abbia il diabete”.

Aveva ragione.

Scoprire da un giorno all’altro che hai una malattia del genere è devastante. All’inizio è difficile accettarlo, in particolare nel mio caso, che è abbastanza eccezionale, visto che la diagnosi è arrivata quando avevo già trent’anni. Il diabete di tipo 1, quello che ho io, di solito si manifesta nell’infanzia o nell’adolescenza. Quando mi hanno comunicato i risultati degli esami, non volevo crederci: ero convinto che i medici avessero sbagliato. Mi rifiutavo di accettarlo. Ho capito immediatamente che conviverci, per uno nella mia posizione, sarebbe stato un bel delirio.

Il diabete è subdolo, perché non solo non ha cura, ma i farmaci non bastano a trattarlo. Quando ti ammali, il pancreas smette di funzionare e di produrre insulina, la sostanza che serve alle nostre cellule per metabolizzare il glucosio, ovvero gli zuccheri contenuti nel cibo, che alimentano tutte le nostre funzioni vitali. Senza insulina, il glucosio si accumula nel sangue e crea danni di ogni tipo. È una malattia degenerativa, il che vuol dire che, se non sei bravo a curarti, ti porterà inevitabilmente a conseguenze gravi, perfino alla morte.

La lista delle possibili complicazioni fa impressione: problemi di circolazione e cardiaci, come ictus e infarto, ma anche ulcere, difficoltà a guarire dalle ferite, danni alla vista. Se sei diabetico, oltre a



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